Quando sarò magra, sarò felice!
Hai mai pensato ai lati positivi di trascorrere del tempo in prigione? Bridget Jones, l'esilarante personaggio del film "Che pasticcio Bridget Jones", spesso ospite gradito nei miei articoli, lo ha fatto
“ Aspetti positivi della prigione:
1. non spendo neanche un soldo
2. le cosce calano e avrò perso almeno tre chili senza neanche faticare
3. ai capelli farà bene non essere lavati, cosa che non ho mai potuto fare perché sarei stata troppo spettinata per uscire.
Così quando tornerò a casa sarò magra, con i capelli splendenti, e meno al verde. Ma quando tornerò a casa?Quando? Quando sarò vecchia. Sarò morta” (dal film: "Che pasticcio Bridget Jones)
Lo so che ora anche tu stai sorridendo, pensando a quante volte hai ripetuto questa frase nella tua testa, mentre misuravi il tuo costume nuovo o la tua gonna preferita che non ti sta bene come una volta:
“quando sarò magra, sarò felice!”
Non sentirti sola, è un pensiero molto frequente, accomuna tantissime donne e ragazze, e spesso l’ho pensato anche io.
Tutte noi abbiamo sperato, almeno una volta nella vita, che sarebbe stato tutto più semplice con qualche etto in meno, ancora meglio se a sforzo zero, come nel caso della prigione di Bridget.
E allora tutte a comprare: creme che drenano mentre dormi, fasce elastiche che bruciano mentre vai al lavoro, ascensore rotto e frigo vuoto per non aver la tentazione di comprare nulla di goloso.
E poi non succede nulla, e ci ritroviamo ancor più tristi, devastate dai sensi di colpa e con una fame da lupi!
Quando nel mio studio, questa tematica si fa largo timidamente, e le persone con occhi speranzosi ed impauriti mi chiedono se davvero ottenere un’immagine più magra ed armonica possa essere la soluzione a tutti i mali, io rispondo così:
“Nella tua vita reale, sei mai stata rifiutata perché in carne (o curvy se preferisci)?”
Eh sì perché se ti fermi a riflettere davvero ti accorgerai che, nella realtà le cose sono ben diverse, non succede di essere accettate solo se magre: è una nostra esigenza, non del mondo che ci è attorno!
Siamo noi che non siamo a nostro agio con noi stesse e pensiamo quindi che per fare certe cose dobbiamo prima metterci in forma, anche quando ciò che vorremmo fare non ha una diretta correlazione con l’immagine corporea. In quel caso perché porsi il problema del peso?
Perché, come dicevo poco fa, è una nostra necessità, un nostro bisogno. Purtroppo però, porsi un obiettivo simile, non è sufficiente a ritrovare la forma fisica perché di fatto le motivazioni che fino a quel momento ci hanno impedito di controllare il nostro peso sono interne a ciascuno di noi.
Il cibo è infatti il nostro modo di regolare le emozioni che consideriamo difficili: rinunciare al cibo significherebbe affrontare tematiche psicologiche che magari non vogliamo affrontare.
Come fare quindi?
Riflettere e chiedere aiuto.
Aiuto ad un professionista che possa insieme a te capire qual è il beneficio secondario legato al cibo; che ti aiuti a scoprire le potenzialità e la bellezza che già oggi fa parte di te, anche con i tuoi kili in più; che ti accompagni verso un percorso di strategia alimentare adatto a te e alle tue esigenze elaborato da un esperto del settore; che ti aiuti a riscoprire il piacere di vestirsi seguendo la linea armonica del nostro corpo e cercando lo stile che esalti la tua bellezza.
A tal proposito, hai mai sentito parlare del consulente d’immagine?
Presto ti parlerò di un’idea che bolle in pentola, stay tuned…